La Malnutrizione

La SINPESocietà Italiana di Nutrizione Parenterale ed Enterale, nel 2002 definisce la malnutrizione come quello “Stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo conseguente allo squilibrio tra fabbisogni, introiti ed utilizzazione dei nutrienti tale da comportare un eccesso di morbilità e mortalità o un'alterazione della qualità della vita"(1).
Stratton nel 2003: “Carenza o eccesso o squilibrio nutrizionale che causa effetti avversi misurabili sulla composizione corporea e sui risultati clinici”.
 In condizioni fisiologiche l'organismo umano assume i nutrienti necessari al suo fabbisogno quotidiano attraverso l'alimentazione spontanea che è la più varia possibile. Quando l'apporto giornaliero quali-quantitativo non è sufficiente al fabbisogno nutrizionale necessario, può incorrere verso un quadro di malnutrizione per difetto, viceversa se l'apporto è eccessivo avremo un quadro di malnutrizione per eccesso. Entrambi i quadri di malnutrizione possono determinare stati patologici che possono essere trattati con adeguata terapia dietetico-nutrizionale. Esempi di malnutrizione per difetto possono essere: la cachessia, forma che rappresenta un quadro di deperimento organico tipico del malato oncologico, i disturbi del comportamento alimentare (DCA) come nell’anoressia mentale e la malnutrizione proteico-energetica (PEM) nell'anziano. Esempi tipici di malnutrizione per eccesso possono essere:il sovrappeso e l’obesità


La malnutrizione si sviluppa per gradi. Dapprima si modificano i parametri ematici e/o tessutali, poi compaiono modificazioni intracellulari delle funzioni biochimiche e della struttura, infine si manifestano i sintomi e i segni clinici con conseguente morbilità e mortalità.


La diagnosi della malnutrizione si evince mediante l'esecuzione di:
  1. Anamnesi medica e nutrizionale: abitudini alimentari; uso di farmaci; variazione del peso corporeo negli ultimi 6 mesi; aspetto della cute e degli annessi cutanei; patologie rilevanti dal punto di vista metabolico-nutrizionale.
  2. Rilievi dati antropometrici: peso attuale versus peso abituale; spessore delle pliche cutanee: 1) plica del tricipite (Triceps Skinfold, TSF). La sua misurazione permette di stimare la quantità di grasso corporeo entro il 20% ed è quindi utile per determinare le riserve energetiche dell'organismo. Basandosi sull'area muscolare del braccio, che rappresenta una misura approssimativa della massa corporea magra, la massa muscolare può essere classificata come: adeguata, al limite, depleta o deperita. 2) circonferenza del braccio, femore e dell'addome; 3) Indice di Massa Corporea (BMI) per la classificazione dello stato nutrizionale.
  3. Valutazione esami ematici e urinari. Prima valutazione, routine ampia: emocromo, proteine sieriche: albumina, transferrina, pre-albumina, indici di funzionalità renale, epatica, metabolica, elettroliti sierici, assetto lipidico, assetto coagulativo, oligoelementi; vitamine lipo-idrosolubili, indicatori specifici di stati morbosi: ormoni tiroidei (se anamnesi positiva per pat. tiroidee).
  4. Valutazione indici funzionali. Immunologici: conta dei linfociti; funzione muscolare (forza prensione della mano, se possibile);
  5. Esame obiettivo. Alcune significative modificazioni della composizione corporea e della funzione d'organo possono suggerire come causa la malnutrizione. Un esame neurologico può evidenziare disorientamento, andatura anomala, riflessi alterati e anomalie dei neuroni sensitivi o motori. Il dolore alle ossa e alle articolazioni, l'osteopenia e le alterazioni della forma o delle dimensioni delle ossa.
  6. Altri esami diagnostici. Possono essere utili: Rx, TC e RM.
Classificazione della Malnutrizione Proteico-Energetica (PEM).

Formulata la diagnosi di malnutrizione proteico-energetica è necessario stadiare il grado della stessa e, per questo possiamo impiegare un semplice strumento di classificazione proposto dalle Linee Guida SINPE per l'impiego della Nutrizione Artificiale nel paziente adulto ospedalizzato.

1) Linee guida SINPE e RINPE 2002;

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